Nella sala macine del Molin de Portegnach c’è un lampadario che non passa mai inosservato. Per qualcuno è un bel oggetto d’arredo, per altri una piovra appesa al soffitto. La scelta di questo lampadario per la sala di rappresentanza del centro culturale, si rifà a quel immaginario che ogni persona accumula associando ad emozioni e situazioni, immagini, suoni, odori, percezioni. Siamo quello che siamo stati e quel che abbiamo vissuto. L’immagine di riferimento nella scelta del lampadario rimanda ad un’idea reale o costruita – e filtrata da qualche film-, con una sequenza del ballo delle debuttanti: una grande sala viennese con almeno un grande lampadario di cristalli al centro.