Il lampadario in sala macine

lampadario molin de portegnachNella sala macine del Molin de Portegnach c’è un lampadario che non passa mai inosservato. Per qualcuno è un bel oggetto d’arredo, per altri una piovra appesa al soffitto. La scelta di questo lampadario per la sala di rappresentanza del centro culturale, si rifà a quel immaginario che ogni persona accumula associando ad emozioni e situazioni, immagini, suoni, odori, percezioni. Siamo quello che siamo stati e quel che abbiamo vissuto. L’immagine di riferimento nella scelta del lampadario rimanda ad un’idea reale o costruita – e filtrata da qualche film-, con una sequenza del ballo delle debuttanti: una grande sala viennese con almeno un grande lampadario di cristalli al centro.

Modello:Turciù soffitto 36 di Catellani&Smith

Soluzioni Co-Abitative (Colantoni)

Soluzioni Co-Abitative pierluigi colantoniLui è Pierluigi Colantoni: ho acquistato l’album di debutto di questo sorprendente cantautore. Un album piacevole, amabile, che racconta in 11 brani la costruzione di una vita di coppia con dei bei spunti di riflessione ed una buona dose di ironia. Non poteva mancare tra scaffali dell’Ikea, nozze e convivenza, la figura dell’architetto. Non mi identifico, ma è una visione interessante!

 

L’ARCHITETTO
Ditemi chi è quell’architetto che ha detto dentro il cesso
Io consiglio del parquet
Ogni volta che mi slaccio, ci cade sempre un goccio
E lei ce l’ha con me
Poi si è offeso perchè ho detto forse è il caso
Di prevedere un bidet
Guardi che questo non è un cesso ma uno spazio di gran lusso
Per me!
Ditemi chi è quell’architetto che ha architettato tutto per
fottermi
Ditemi dov’è quel maledetto lo cerco dappertutto
Poi con il suo tono “gnè gnè” ha detto questo ambiente
è davvero demodè
Io qui ci vedo una cucina tutta quanta in muratura acciaio
e wengè
No che non potevo immaginare seimila euro un’isola centrale
Ah come potevo immaginare una cappa a forma di astronave
Ditemi chi è quell’architetto che ha architettato tutto per fottermi
Ditemi dov’è quel farabutto mi ha tolto donna e tetto
Ho troppi debiti

luoghi di lavoro: dal laboratorio di Fidia ai capannoni

Il laboratorio di Fidia (Phidia) è forse il primo esempio conosciuto di luogo per il lavoro. Fidia in questo luogo (Olimpia) realizzò la statua crisoelefantina di Zeus . Nell’immagine a sinistra (scattata a Berlino) si vede il plastico di come doveva essere questo laboratorio; una costruzione a pianta rettangolare con dimensioni tali da poter ospitare la grande statua. Un luogo dove Fidia poteva passare gran parte della giornata a lavorare ma anche dove sicuramente discuteva con committenze ed operai.il laboratorio di fidia foto architetto sergio paolazzi

I luoghi di lavoro si ritrovano poi nel corso della storia dove acquistano particolare importanza  nel corso del XIX secolo e quindi agli inizi del ‘900. Alcuni sono diventati dei monumenti dell’architettura grazie a persone del calibro di Behrens. Peter Behrens (1868-1940) con la fabbrica di turbine AEG pocentrale idroelettrica pozzolago rta ai massimi livelli  la qualità architettonica e la vivibilità di questi spazi. Una costruzione che magnificava la turbina, simbolo di un epoca che va veloce verso l’elettrificazione cambiando completamente i cicli produttivi e di vita di buona parta del mondo.

Anche in val di Cembra con la centrale elettrica di Pozzolago (1923), abbiamo un ottimo esempio di testimonianza di luogo per il lavoro, dove la struttura è pensata quasi più come una basilica che come uno spazio per contenere delle turbine. Il lavoro aveva una dignità e  i suoi spazi ne erano fedeli testimoni: ariosità, luminosità, qualità dei materiali innanzitutto.
Ora si costruiscono “capannoni” che nulla hanno a che vedere con i tre esempi sopra citati

edificio polivalente ad Albiano (bocciodromo, sale ludiche, spazi ricreativi)

 Edificio polivalente (bocciodromo, sale ludiche, spazi ricreativi). La pianta del piano terra è posta alla quota di un pianoro esistente, in parte ridotto nell’anno 2000 per la realizzazione di un terrapieno di contenimento di due campi di gioco all’aperto. Le due corsie di gioco sono collocate centralmente alla struttura e rispettano le dimensioni e le caratteristiche previste dalla normativa CONI vigente. L’accesso a questo livello, privo di barriere architettoniche, è garantito dall’entrata posta nel blocco a sud che sarà successivamente descritto. Ad ovest dell’area di gioco, previo uno sbancamento di parte del terrapieno citato precedentemente, saranno realizzate delle gradonate; questo elemento costruttivo vuole essere anche un collegamento con i campi esistenti, con i percorsi pedonali del parco e quello di smistamento del pubblico interni. Sotto i due percorsi ad una quota leggermente inferiore di quella dei campi di gioco, sono collocati tutti i servizi annessi al bocciodromo e rispondenti alla normativa vigente: due spogliatoi dotati di servizi, due servizi igienici distinti per sesso e dimensionati in rapporto proporzionale al numero di giocatori/spettatori, due depositi ad uso dell’ente gestore. Tutti gli spazi realizzati sono privi di barriere architettoniche in maniera da facilitare e garantirne l’utilizzo anche a persone diversamente abili e con problemi motori anche temporali. Un elevatore collega questo livello con i percorsi superiori, uniti anche da una scala interna.bocciodromo architetto sergio paolazzi

Il piano superiore è destinato alle corsie di accesso per gli spettatori e al soppalco nel blocco di accesso dove è stata collocata una sala riservata all’ente gestore e chiusa al pubblico; a fianco della sala l’ingresso per gli spettatori è dotato dei collegamenti verticali con il piano inferiore e direttamente con l’esterno, garantendo un agevole accesso alle persone diversamente abili ed una facile via di fuga in caso di necessità.bocciodromo albiano

Strutturalmente la costruzione è divisa in due blocchi distinti: una parte destinata all’attività agonistica ed agli spettatori, l’altra destinata all’ente gestore e spazio di accesso. Il volume destinato all’attività ed agli spettatori è composto da una copertura in legno lamellare che richiama la forma della foglia del castagno, sorretta da pilastri in acciaio e chiusa perimetralmente da ampie vetrate su tre lati. I pilastri del lato della vetrata a tutta altezza disposti asimmetricamente si richiamano al bosco ed alla irregolarità dei tronchi delle piante. La vetrata opposta limita il percorso pedonale interno da quello esterno, garantendo in caso di necessità delle vie di fuga. Questa parete è pensata secondo i principi della climatizzazione naturale, dove lo sporto di gronda della copertura isolerà dall’irraggiamento solare diretto in estate e garantirà un apporto termico nel periodo invernale.bocciodromo albiano

La parete in direzione nord è vetrata, tranne la parte finale del percorso pedonale longitudinale pensato come un setto rivestito esternamente nello stesso materiale dell’ingresso principale.

Il blocco destinato ai collegamenti interni ed all’ente gestore, è composto di due elementi che si intersecano e si fondono in un unico blocco di calcestruzzo armato. La parte d’ingresso prevede un rivestimento esterno in lamiera di colore rame verde in continuità con la copertura della parte ludica, mentre la parte verso valle è rivestita in porfido a fasce verticali ottenendo un effetto plastico che richiama la tessitura della corteccia dei vecchi castani vicini. Il porfido è interrotto da dei tagli dove saranno collocati dei vetri fissi per portare luce all’interno. L’accesso alle corsie di gioco dall’esterno è ricavato da una sorta di contrafforte ottenuto per rotazione di parte della facciata.

L’altezza e la forma della copertura non ostacolano la vista sulla valle di Cembra che si ammira dal parco, in quanto, per scelta progettuale, si è voluto mantenere la funzione panoramica del percorso di coronamento del parco stesso.bocciodromo architetto sergio paolazzi

materiali impiegati

  • copertura: legno lamellare e manto in lamiera verniciata;

  • struttura: calcestruzzo armato (a vista all’interno); pilastri in acciaio;

  • pareti perimetrali: vetrate;

  • rivestimenti esterni: lamiera verniciata e porfido a spacco a corsi verticali;

  • rivestimenti interni: calcestruzzo a vista; pannelli in resina e legno per la parte servizi;

  • pavimenti interni: resina industriale;

  • pavimento corsie gioco: resina;

  • gradinate: calcestruzzo armato dipinto a resina;

  • pavimenti esterni: porfido ed asfalto ecologico in continuità con il parco esistente;

  • parapetti interni ed esterni: acciaio

(estratto dalla relazione di progetto)

il progetto, per volontà della nuova amministrazione comunale, è stato parzialmente rivisto nel 2011.

Il progetto, sempre per volontà dell’amministrazione comunale, è stato definitivamente accantonato e non sarà quindi realizzato.

spazio minimo – homeless

il tema dell’abitare come spazio minimo/essenziale, mi ha sempre incuriosito. Anni fa, un articolo di Spazio & Società diretto da Giancarlo De Carlo, trattava questo tema presentando anche una curiosa rielaborazione di un carrello per la spesa che diventava alloggio di fortuna per senzatetto. In rete ho trovato questo sito che presenta soluzioni a dir poco “curiose”.

spazio minimo tiny-emergency-shelter-art
immagine presa dal sito: http://dornob.com

 

http://dornob.com/solo-shelter-showcase-new-small-space-living-exhibition/