restauro e recupero edificio nel centro di Faver

Faver
Faver

Il progetto prevede un parziale restauro, recuperando e consolidando nel limite del possibile, i materiali e gli elementi architettonici originali. Si tratta di un edificio di modesta fattura che ha subìto più interventi nel corso della sua storia, iniziata probabilmente agli inizi del 1800. Le diverse stratificazioni sono leggibili e ben definite nel rilievo attuale di prossima pubblicazione, dove si nota in particolare l’intervento degli anni trenta che ha sostituito interamente le parti lignee del sottotetto preesistenti con murature in calcestruzzo ed oggetto ora di una reinterpretazione stilistica. Interessante anche l’intervento di fine ottocento che unisce l’edificio lateralmente con un altro preesistente (inizialmente entrambi isolati) definendo così un altro tassello dell’edificazione in linea – e lungo la viabilità storica – che è tipica dell’abitato di Faver.

stratigrafia sintetica
inizi 1800: costruzione primo edificio; murature in pietra di fiume legata con malta di calce. Altezza limitata ad un solo piano abitabile con sottotetto
fine 1800: costruzione secondo edificio in appoggio alle P. Ed. 89 e 90, ben evidente anche dalle immagini fotografiche del fronte sud. Le murature esterne sono realizzate prevalentemente in porfido a spacco, pietra ricavata dalle cave soprastanti il paese.

pianta piano terra attuale
pianta piano terra attuale

L’edificio è contraddistinto da due unità abitative distinte, con accessi indipendenti da via Tabiadel (uno era l’attuale porta tamponata)
1936: costruzione del balcone e della scala di accesso esterna sul fronte sud. Il proprietario era un muratore che ha realizzato e firmato l’opera. I materiali usati sono profili in acciaio e cemento armato.
1948: sopraelevazione di circa due metri della parte di edificio a due falde per la realizzazione di un nuovo piano abitato e mai completato. Questo intervento è ancora ben evidente in quanto i tamponamenti perimetrali sono stati realizzati in calcestruzzo non armato con inerte di grossa pezzatura. La facciata ovest evidenzia il tamponamento della struttura di sostegno del vecchio rivestimento orizzontale in legno. E’ stata modificata la porta d’ingresso, eliminando il portale a tutto sesto in pietra preesistente. E’ stato costruito il wc esterno, sulla terrazza.
Negli anni sessanta del secolo scorso, è stata aggiunta la tettoia a parziale copertura della terrazza.

 

Lo stato attuale
L’edificio costruito nella sequenza temporale sopra descritta, si presenta come un insieme di linguaggi e materiali spesso in contrasto tra loro, anche per la presenza di superfetazioni disarmoniche rispetto al contesto ed al metodo costruttivo tradizionale. Vi sono però alcuni elementi da tenere in considerazione, quali la muratura in pietra a vista di parte del fronte sud, il piano seminterrato con avvolti ben costruiti e dotati di accesso indipendente, la presenza di numerosi fori di facciata e non ultimo uno spazio esterno coltivato ad orto che è da considerare sicuramente come elemento caratteristico dell’abitato, specie per gli edifici con affaccio sulla valle.

interni prima dei lavoriI livelli e la destinazione dell’edificio sono così definiti:
a piano seminterrato: portici ed avvolti un tempo destinati a cantina, stalla e deposito, oltre all’orto, con murature portanti in pietra e calce;
a piano terra l’attuale abitazione composta da ingresso, cucina, ripostigli, tre stanze da letto, bagno, wc esterno e terrazza: Le pareti portanti sono in pietra intonacata a calce, le pareti divisorie non strutturali sono costruite con un traliccio di legno riempito con inerti e calce; i pavimenti sono in legno di abete, lastre di porfido, piastrelle e cemento lisciato. I serramenti interni sono in larice laccato a vernice colorata, mentre le finestre sono in legno naturale.
al primo piano una stanza ed il sottotetto. Questo piano, oggetto di sopraelevazione nel 1948, evidenzia all’interno i fori creati per la posa del solaio mai realizzato.
Tetto in legno e manto  di copertura in lastre di porfido e tegole (quadrotte) in cemento.

schizzo facciata in legno
schizzo facciata in legno

pianta piano terra: progetto
pianta piano terra: progetto

primo piano: progetto
primo piano: progetto

 

 

 

 

 

 

(continua…)

 

 

 

 

Un articolo tratto da Ansa Online: Vacanze di gusto in Val di Cembra

Vacanze di gusto in Val di Cembra

Trekking, escursioni, appuntamenti e visite a cantine e musei lungo la Strada dei sapori e dei vini, nel cuore del Trentino

di Ida Bini

TRENTO – Il torrente Avisio scorre nervoso tra i boschi della val di Cembra, a pochi chilometri da Trento, verso nordest, tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme. Dalla cittadina di Lavis si sale lungo la strada 612 che collega i borghi della suggestiva valle trentina, da Giovio a Verla, da Lisignago a Cembra, da Faver a Segonzano e a Bedollo, sull’altopiano di Pinè; brevi deviazioni portano anche a Grumes, Albiano e Lases. Nella loro bellezza rassicurante i borghi racchiudono tutta la storia, le tradizioni e l’arte di chi ha saputo lavorare e bonificare faticosamente questa terra generosa ma difficile, punteggiata da arditi vigneti che si arrampicano dal fiume seguendo le pieghe dei monti, tra muretti a secco e piccoli sentieri che profumano di mele e funghi. Nella valle, 33 chilometri di bellezza ancora poco conosciuta e che regala vacanze da sogno ed escursioni nelle valli limitrofe, spuntano cave di porfido, filari e filari di vigne e sentieri che si inerpicano fino in cima, da dove si ammirano le imperiose cime dolomitiche e il verde smeraldo delle viti che ricoprono ogni singolo fazzoletto di terra coltivabile. Nel 2011 il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali l’ha definito “paesaggio rurale storico d’Italia”, veicolato in tutto il mondo, e membro dell’”alleanza mondiale dei paesaggi terrazzati” con 708 chilometri di muretti a secco e vigneti che producono vini di altissima qualità, dal Müller Thurgau allo spumante TrentoDoc, dal vino santo Nosiola allo Chardonnay e alle tantissime e ottime grappe.

Cembra è la valle dei parchi, delle riserve naturali, delle misteriose piramidi di terra e del castello di Segonzano, degli ecomusei e dei sentieri botanici tematici: imperdibili sono la via dei vecchi mestieri, la via dei santuari e delle chiese di montagna e il percorso Dürer alla scoperta del viaggio in Italia del celebre pittore tedesco. Val di Cembra è la valle dei grandi ciclisti della storia, da Moser a Simoni, con i percorsi tracciati da fare in mountain bike o con comode bici elettriche (da noleggiare sul sito prestabici.it); è anche la valle di piccoli laghi che invitano a tuffi e a bagni di sole come le acque del lago Santo, che pure quest’anno ha ottenuto una Bandiera Blu, e la valle delle passeggiate e dei mille sentieri da trekking da scoprire assieme all’architetto Sergio, che per passione fa la guida (www.1501.it) e accompagna alla scoperta del territorio con un grande bagaglio di storie e leggende.

Cembra, però, è soprattutto la valle del Müller Thurgau, vino bianco e profumato d’origine svizzera, prodotto in vigneti terrazzati, estremi, difficili da lavorare per la forte pendenza ma che ogni abitante della valle cura con amore come il proprio giardino di casa. Lungo la strada è un susseguirsi di cantine, di piccole aziende, di masi che invitano a degustare e ad assaporare i buoni prodotti della terra trentina, dai salumi – speck, luganeghe – al miele, dai formaggi alle carni saporite e alla selvaggina, dai dolci ai piatti cucinati con semplicità gustosa e un sapiente uso delle erbe. Sono tutti prodotti da consumare tra le bellezze naturalistiche della valle o da portarsi a casa per continuare a ricordare i sapori di quella terra che inebria e rassicura. Tra i tanti indirizzi, eccone due da non perdere: macelleria Paolazzi a Faver dove acquistare il celebre speck dell’imperatore, una vera delizia, e la macelleria Zanotelli a Cembra, con salumi e carni a chilometro zero e mille prelibatezze. Tantissime sono le cantine e le aziende che producono il Müller Thurgau, molte delle quali hanno aderito all’associazione Strada del vino e dei sapori (stradavinotrentino.com), che con i suoi 350 soci, tra aziende, cantine, produttori di salumi e formaggi e ristoratori, mira a valorizzare le valli trentine attraverso la scoperta del territorio – cultura, arte e storia – e dei suoi migliori prodotti enogastronomici; e lo fa con itinerari tematici e appuntamenti durante tutto l’anno. Le cantine e le aziende che meritano una visita e che offrono ottime degustazioni sono Villa Corniole, Società agricola Zanotelli, Cobelli, Pelz, Molino dei Lessi, azienda agricola Giove e la Cantina La Vis e Valle di Cembra dove assaporare anche il vino Mandolaia, e il Consorzio Cembrani doc che riunisce numerose cantine e che produce i celebri vini 708 km, quanto sono i chilometri di muretti nella valle. Tra le soste golose: Maso Franch per pranzi e soggiorni indimenticabili; Vecchia Segheria a Baselga sull’Altopiano di Pinè, la trattoria Vecchia Sorni a Sorni di Lavis e Maso Besleri–Agritur a Cembra Lisignago.

Per conoscere meglio la valle e i prodotti tipici del territorio la Strada del vino e dei sapori organizza numerosi eventi; tra questi per le famiglie ogni secondo sabato d’estate c’è la manifestazione Piccoli esploratori a pic nic, che prevede una visita a un museo, una speciale merenda trentina e un laboratorio didattico a misura di bambino. Si parte l’8 luglio a san Michele all’Adige per conoscere il Museo degli usi e costumi della gente trentina, dedicato alle tradizioni popolari e alla scoperta del sistema agro-silvo-pastorale della montagna trentina; si prosegue il 12 agosto presso l’ecomuseo della Valle del Chiese – Sentiero di Rio Caino, museo all’aperto dedicato ai lavori artigianali, e si conclude il 9 settembre presso l’ecomuseo dell’Argentario a Martignano di Trento, caratterizzato da una fitta rete di sentieri e di luoghi da esplorare. Gli eventi si tengono dalle 15 alle 18 e costano 12 euro per gli adulti e 8 per i bambini fino ai 10 anni. Info: tastetrentino.it/piccoliapicnic

Altrettanto numerosi sono gli appuntamenti che celebrano i sapori e i vini di Cembra: dal 29 giugno al 2 luglio la valle ospita la rassegna Müller Thurgau: vino di montagna, dedicata all’ottimo vino di bacca bianca che qui riesce ad esprimersi al meglio grazie all’escursione termica che fa bene ai vitigni, all’altitudine dei vigneti – dai 700 metri – e al terreno porfirico che gli dona sapidità. Il vino Müller Thurgau è il terzo vitigno più prodotto del Trentino dopo il Pinot grigio e lo Chardonnay: è un inno al territorio e alla coltivazione eroica del vitigno di montagna. L’inaugurazione è a Cembra nel giardino dei Tre Maestri e prosegue con degustazioni e iniziative culturali come la mostra delle donne del tombolo e il IX simposio di scultura lignea con artisti che propongono un percorso en plein air negli angoli più caratteristici del centro storico. Il 30 giugno alle 17 e 30 è in programma una visita al vigneto Müller Thurgau Vigna delle Forche di Cantina La Vis e Valle di Cembra, il più alto della valle.

A Verla di Cembra, dal 22 al 24 settembre, si svolge un’imperdibile festa dell’uva, che da sessant’anni celebra il vino e la vendemmia con una sfilata di carri a tema, giochi, spettacoli e musica dal vivo. A Cembra la vendemmia termina il 14 ottobre con una cena itinerante nelle tipiche “caneve” del centro storico, tra musica dal vivo e degustazioni. Per informazioni: www.tastetrentino/trentinowinefest

Per conoscere tutti gli appuntamenti e i luoghi dove alloggiare: www.visitpinecembra.it

http://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/trentino/2017/06/25/vacanze-di-gusto-in-val-di-cembra_73cd80b1-93c9-436b-84b4-b8fe0b89e3c6.html